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Lumina Obcecatione

Immaginiamo per un attimo di osservare da territorio neutrale l'approccio umano alla fede nelle varie religioni, focalizzando l'attenzione su sentimenti e bisogni comuni a qualsiasi credo. Per far ciò è fondamentale abbattere il muro delle nostre convinzioni, prerogativa indispensabile per immergerci nei vari mondi spirituali con totale apertura e scoprirne prima di tutto gli aspetti genuini. Gli esseri umani sono spinti tendenzialmente a convincersi che la tradizione sia verità in senso assoluto, soprattutto se si tratta di credenti appartenenti ad una qualsiasi congrega religiosa. L' equilibrio non rientra certamente tra le peculiarità di nessun religioso fervente, per lo meno nel senso linguistico del termine, anche se spesso nella fede il credente trova la propria armonia, con il paradosso di estremizzare totalmente la visione personale delle cose. Probabilmente vivere la fede con indipendenza intellettuale renderebbe questa esperienza ancora più autentica e sincera, ma indubbiamente non è una caratteristica predominante nell'uomo, che per natura tende ad associarsi in ogni campo (soprattutto in quello religioso) a nuclei di persone che costituiscono un insieme, aggregato per uno scopo comune. Negli sport di squadra lo scopo comune è vincere; nel lavoro di un'equipe medica è curare nel miglior modo possibile i pazienti; in un'azienda divisa in squadre di lavoro è importante raggiungere assieme degli obiettivi. Nelle religioni ci si incontra con altri credenti al fine di condividere la propria fede con la partecipazione attiva a riunioni, messe, culti, processioni, festività, ecc. Inoltre fa parte dell'aspirazione dei religiosi il desiderio (qualche volta sincero e spontaneo, altre volte semplicemente inculcato) di vedere crescere il numero dei fedeli portando il messaggio relativo ad un tipo di credo a quante più persone possibili. Il tentativo del credente di persuadere il prossimo attraverso la predicazione delle proprie convinzioni, è una condizione comune a tutte le religioni, questo perché nella maggior parte dei casi, ogni uomo che professi ciò in cui crede è certo di aver ricevuto l'unica illuminazione spirituale possibile nella vita terrena. Ma verrebbe da chiedersi: l'uomo vede la luce? O la luce si lascia accostare dall'uomo nella misura in cui i suoi occhi sono abituati a vedere? E' importante soffermarsi su questo quesito e riflettere sul condizionamento della mente umana relativamente al suo background. Il luogo di nascita, l'educazione familiare, le tradizioni popolari, l'istruzione e le esperienze, sono tutti mattoncini che formano il bagaglio culturale dell'individuo, condizionandone necessariamente l'esistenza, comprese le convinzioni religiose. La storia ci insegna che da sempre l'uomo cerca nell'ultraterreno le risposte al senso della vita,  dando profonda importanza alle divinità, rendendole fulcro della propria esistenza. Era così per i popoli antichi (egizi, ebrei, indiani, cinesi ecc...) ed è così tutt'oggi, con le dovute proporzioni in relazione a tempi ed evoluzioni. Cattolico o induista, protestante o ortodosso, buddista o islamico, esiste una matrice comune a tutte le religioni, e nasce dal bisogno interiore di spiritualità che l'uomo cerca durante la sua brevissima esistenza. Un soffio di vento nel mare dell'eternità.

Salvatore Marra

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